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DARIO ORLANDINI

La storia vitivinicola di Dario inizia grazie al padre. Intorno agli anni ’70 aveva l’incarico di sorvegliante dell’acquedotto di Cornacervina, una piccola frazione di Migliarino nel Ferrarese. Sul terreno circostante l’impianto, lui stesso aveva coltivato un piccolo vigneto che, nelle annate più prospere, poteva fornire uva per circa 5 quintali di vino. Da sempre questo aspetto ha caratterizzato la famiglia e Dario, sin dalla tenera età, è rimasto affascinato da tutto ciò e sotto la guida di suo padre, si è lentamente avvicinato ai primi rudimenti della vinificazione e della conduzione della vigna.

I suoi ricordi più belli sono legati alle bellissime feste della raccolta, l’uva pigiata con i piedi, il torchio, le botti, sempre le stesse tutti gli anni, le damigiane ed infine la cantina appositamente costruita dal padre.

Anno dopo anno ha cercato di fare sua quell’arte che da grande passione ha assunto piano piano carattere di filosofia di vita.

Portati a termine gli studi professionali all’età di sedici anni, ha intrapreso un glorioso percorso lavorativo come manutentore elettromeccanico nelle vesti di artigiano e libero professionista che tuttavia nulla aveva a che vedere col vino.

Da tempo gli frullava una strana idea in testa, incontrava vignaioli, enologi e frequentava cantine e luoghi dove si parlava di vino. Così con l’aiuto di un amico e della sua compagna ha dato vita ad un’associazione culturale attraverso la quale gli artigiani del vino potevano parlare del loro lavoro e del loro prodotto, della loro storia, della loro motivazione. Ne è nato un movimento importante per la loro realtà che hanno deciso di chiamare “I Carbonari” e nel rispetto di tale tradizione organizza le riunioni in un ambiente che ricorda il famoso “sottoscala”. Qui gli invitati, oltre al racconto dei produttori possono accompagnare le proprie disquisizioni con un buon piatto ed un immancabile calice.

Da qui la svolta.

Nel 2016 ha affittato un vigneto di poco meno di un ettaro sulle colline di Brisighella, vigna di trebbiano immersa in un bosco chiamato Valpiana.

Da allora è iniziata la sua avventura.

Produce vino artigianale rispettando un’agricoltura fatta di buon senso e di equilibrio così come in cantina. L’ispirazione è biologica ma cerca sempre di spingerla oltre. In vigna usa solo Zolfo e Rame (poltiglia bordolese). Non usa nè concimi nè diserbanti.

I vini di Dario fermentano spontaneamente sui propri lieviti indigeni, senza aggiungere niente altro che una Solforosa mirata alla disinfezione degli attrezzi e dosata nei mosti in modo da non superare i 30 milligrammi litro.
Tutti i vini del 2017, sono stati imbottigliati a giugno per fare maturare e decantare il vino in modo naturale, senza usare filtrazioni ed altri additivi.

Lungo il suo cammino si è imbattuto in un personaggio che lo ha ulteriormente arricchito. Ha conosciuto, infatti, in quel di Masi Torello, il sig. Mauro Bregoli, chef italoinglese pluridecorato oramai giunto all’età della pensione. Mauro gli ha dato la possibilità di condurre un altro piccolo vigneto con vigna di Cabernet e Merlot. Gli ha messo a disposizione la cantina, luogo per Dario importantissimo, dove esprime la sua concezione di vignaiolo.

I Vini di Dario Orlandini