halara

 

HALARA'

“Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre”.

Una citazione di F. Braudel riportata sulla retroetichetta del vino Halarà (dal greco: “prendila con calma”) che ben sintetizza lo spirito del progetto (condiviso).

Protagonisti, in Contrada Abbadessa, nelle terre di Nino Barraco a Marsala, 6 amici viticultori: i siciliani Giovanni Scarfone (Bonavita) e Francesco Ferreri (Tanca Nica); i marchigiani Corrado e Valeria Dottori (La Distesa), Francesco De Franco dalla Calabria ('A VITA) e Stefano Amerighi dalla Toscana.

Ad accumunarli non solo una forte amicizia e le vacanze estive condivise con le famiglie, ma uno modo di interpretare la viticoltura in modo autentico, puntando da sempre a valorizzare i loro territori, convinti che il vino va oltre la bottiglia e il bicchiere, che è un atto antropico, una presa di coscienza, un messaggero di valori.

Due ettari di un vigneto strappato al rischio espianto, dopo la scomparsa del proprietario. Esposto a nord, con argille compatte e sottosuolo calcareo. Sottoposto ai venti del Mediterraneo. Impianto ad alberello marsalese con oltre trent’anni d’età. Due vitigni, uno a bacca bianca il Catarratto e uno a bacca rossa il Parpato. Quest’ultimo un vitigno “reliquia”, perso negli anni, ma legato indissolubilmente alla storia di Trapani e di Marsala. Chiamato in tempi moderni “Quattro Rappe” è caratterizzato da una buona produttività e da sentori speziati e di frutta matura. Un vitigno sconosciuto ai più che i sei vigneron stanno studiando, in vigna ed in cantina.

Quattromila le bottiglie prodotte. Tre etichette, un bianco, un rosato e un rosso. La contro-etichetta contiene non solo gli aspetti burocratici, ma un messaggio di pace e di unione: “Siamo vignaioli del Mediterraneo. Nel territorio marsalese abbiamo trovato casa comune”.

È in questa casa comune che nasce un progetto frutto di confronto e di punti di vista differenti che hanno deciso di mettersi in gioco convinti che il confronto e l’unione di intenti fanno la forza. Un racconto importante di vino, un monito per il futuro di tutto il settore. Un’impresa foriera di belle speranze, in un luogo, il Mediterraneo, che ha sempre segnato la storia politica, culturale, sociale ed economica delle terre bagnate dalle sue acque e che oggi fa da spartito al vino di Halarà.